“Un movimento scorretto può indurre patologia e non solo esserne il risultato.”
“L’allineamento è la base del movimento ottimale e la salute del sistema muscolo-scheletrico esige un movimento ottimale per prevenire o minimizzare le sindromi dolorose.”
Nasce da questi fondamenti la consapevolezza che un "metodo" può essere tale se coinvolge la ragionevolezza, l'efficacia, la possibilita di riscontri, se può interloquire con gli altri “metodi”, integrarsi e integrare, quando è aperto e non autoreferenziale; cercare, esperimentare, verificare, trovare, ricercare nuovamente, interloquire, rimodularsi, è ciò che caratterizza la professione di fisioterapista.
Educati a vedere l’uomo nella sua interezza, non curiamo solo la mano o la gamba o la schiena; mano, gamba, schiena sono attaccate, collegate, un tutt’uno con la persona; se qualcosa in noi non funziona il nostro corpo si rimodula su di esso per compensare, attutire, sostituire la funzione deficitaria, poi si adatta, si abitua.
Davanti allo specchio abbiamo l’immagine che i nostri occhi vedono, le piccole correzioni che il nostro corpo subisce per ovviare a qualche disfunzione, fastidio, dolore, lo adattano nella sua meccanica e nella sua fisiologia, la nostra mente attraverso gli occhi non vede più le deviazioni, si adatta a vedere “normale” ciò che è “storto”.
Se la situazione lo consente, il lavoro creatosi tra fisioterapista e paziente va subito nella direzione di autocorrezione del paziente attraverso test muscolari di lunghezza e forza, test articolari di range e precisione del movimento; la correzione riduce lo stato algico, la presa di coscienza del movimento corretto consente al paziente di poter, durante la giornata, eseguire esercizi correttivi in progressiva autonomia.
Se la condizione dolorosa è in fase acuta si provvede prima a determinare una riduzione del malessere attraverso trattamenti miorilassani, massaggi, tecarterapia, onde d'urto, ultrasuoni ed in un secondo momento la correzione posturale funzionale.